I professionisti della Riabilitazione Visiva
Quali figure professionali sono coinvolte nella Riabilitazione Visiva per i bambini affetti da Nistagmo? Può essere davvero utile?
Quali figure professionali sono coinvolte nella riabilitazione visiva per i bambini con Nistagmo
Le figure professionali che sono chiamate a seguire un bambino con Nistagmo dal punto di vista riabilitativo sono diverse a seconda dell’età e del quadro clinico del bambino, del suo profilo funzionale, visivo e di sviluppo, e a seconda della condizione clinica che determina il Nistagmo stesso.
Una volta definita l’utilità di avviare un percorso riabilitativo, l’equipe coordinata dal neuropsichiatra infantile, con un approccio multi ed interdisciplinare, definisce gli obiettivi di questo intervento, gli strumenti e le strategie per perseguirli, condividendoli con la famiglia.
Nelle prime fasi della vita la figura cruciale è quella del Terapista della neuropsicomotricità dell’età evolutiva (TNPEE) che ha il ruolo di sostenere lo sviluppo neuropsichico globale del bambino, di favorire la sua migliore esperienza sensoriale e di potenziare tutte le sue strategie di compenso alla difficoltà visiva, nell’ambito di un accompagnamento della famiglia a vedere i punti di forza del bambino e a sostenere il valore inestimabile della relazione genitore-figlio, che rappresenta, attraverso la condivisione di emozioni e anche attraverso il gioco, fulcro del processo di crescita del bambino.
Questo spazio di condivisione tra genitori e riabilitatori può essere supportato anche dalla figura dello psicoterapeuta, che può sostenere le preoccupazioni, i dubbi e le paure dei genitori offrendo loro uno spazio di ascolto e di presenza.
Cruciale è anche l’intervento del logopedista che può sostenere, già precocemente, i processi di comunicazione del bambino con una disabilità visiva che può interferire nello sviluppo. Nel suo ruolo lo ritroveremo poi nel percorso scolastico, a supporto degli aspetti linguistici.
In caso di presenza di disallineamenti posturali può essere utile un intervento di tipo neuromotorio, rispettando ovviamente il significato funzionale che queste strategie posturali adottate del bambino hanno nell’utilizzo del suo potenziale visivo.
In ambito prescolare e scolare, un’altra figura importante di riferimento è la psicologa con competenze in neuropsicologia, considerato che il Nistagmo legato a una possibile instabilità della fissazione e talvolta a ipovisione può interferire sulle competenze cognitive, neuropsicologiche e di apprendimento in generale. Il ruolo è quello di sostenere il percorso di crescita del bambino anche in ambito scolastico, sempre in condivisione non più solo con la famiglia ma anche con tutta l’equipe scolastica.
Lo psicoterapeuta, man mano che il bimbo cresce, diventa fondamentale con il suo lavoro diretto sul bambino o sul ragazzo perché lo aiuta a fornirgli gli strumenti utili emotivamente per imparare ad andare oltre – oltre i limiti e le potenziali difficoltà che il Nistagmo può determinare.
Assolutamente importante è che in questo percorso si inseriscano le figure di area oftalmologica, in particolare la figura di un ortottista che possa accompagnare il percorso riabilitativo guidato insieme all’equipe neuropsichiatrica infantile. Altra cosa fondamentale è che ci sia sinergia tra questi interventi, che ci sia un continuo scambio, una continua condivisione, e che gli obiettivi vengano progressivamente rimodulati in funzione di tutte le acquisizioni che man mano il bambino fa nel suo percorso di crescita.
Cos’è la riabilitazione visiva? Può essere utile nei soggetti con Nistagmo?
La riabilitazione visiva nel bambino con Nistagmo, da un punto di vista neuropsichiatrico infantile, è intesa come un processo che mira a sostenere lo sviluppo neuropsichico globale del bambino, a favorirne l’esperienza sensoriale e l’utilizzo funzionale delle eventuali strategie di compenso alla difficoltà visiva, e a promuoverne l’autonomia, l’inclusione e la qualità di vita.
Il Nistagmo, infatti, soprattutto quando associato a evidente instabilità della fissazione e a quadri di ipovisione, può avere delle ricadute, delle interferenze negative sullo sviluppo neuropsichico e pertanto l’intervento può essere utile a sostenere proprio questo aspetto.
L’equipe – con un approccio multi e interdisciplinare, coordinata dal neuropsichiatra infantile, sulla base delle caratteristiche funzionali del bambino, della sua età, delle caratteristiche del quadro clinico e della condizione che determina il Nistagmo – definisce le eventuali utilità del percorso riabilitativo e ne stabilisce obiettivi e linee di intervento che vengono progressivamente rimodulati.
Le figure coinvolte in questo processo sono, accanto al neuropsichiatra infantile, diverse: il terapista della neuropsicomotricità dell’età evolutiva, lo psicologo psicoterapeuta, lo psicologo con competenze in neuropsicologia, il logopedista, il terapista con competenza di ambito neuromotorio. A queste figure si affiancano anche altre figure, che hanno competenze e formazione tiflologica, oppure l’istruttore di orientamento mobilità e autonomia, proprio con lo scopo di favorire lo sviluppo globale del bambino. Accanto a questo vi è poi il ruolo delle figure di area oftalmologica.
Gli operatori della riabilitazione svolgono un duplice tipo di intervento: un intervento diretto sul bambino che mira a promuovere tutte le sue potenzialità e a sostenerne le fragilità; e un intervento indiretto che consiste nel trasferimento di indicazioni e suggerimenti, sia in ambito famigliare che in ambito scolastico quando il bambino cresce.
Attraverso la condivisione, tutti insieme (riabilitazione, famiglia, scuola, i vari contesti di vita del bambino) si contribuisce a questo processo che è sicuramente un arricchimento per la crescita del bambino.
Per esempio, si possono dare suggerimenti su come adattare il materiale che si utilizza per giocare con il proprio bimbo nelle prime fasi della vita, o ancora in ambito scolastico si possono dare suggerimenti sull’illuminazione, sul tipo di materiale scolastico, accanto al possibile inserimento di training specifici per l’introduzione di ausili o di strumenti tecnologici che favoriscano il percorso scolastico del bimbo stesso. È poi fondamentale sostenere il bambino dal punto di emotivo perché impari a vedere oltre la sua patologia e sostenere i suoi punti di forza. È altrettanto importante che si trasferisca ai genitori e a tutti i contesti di vita il valore di quegli spazi extra riabilitazione, extra scolastici, in cui il bambino possa riscoprire il valore del divertimento, del piacere di stare insieme agli altri, elementi che sono tutti cruciali per far sì che il bambino riesca ad andare oltre alla sue difficoltà e possa esprimere al massimo tutte le sue potenzialità.