Nistagmo e lenti.



 La lente a contatto può essere utile in soggetti con Nistagmo?


Anche senza difetti refrattivi ma per migliorare il movimento oculare?



La gestione delle lenti a contatto (LAC) nei pazienti con Nistagmo può essere impegnativa. I pazienti (o i loro genitori) devono essere informati che la correzione delle LAC può non sempre comportare un sostanziale miglioramento dell’acuità visiva. Tuttavia, complessivamente la funzione visiva può risultare migliore a vantaggio, per esempio, di un maggiore campo visivo utilizzabile, di un aumento della sensibilità al contrasto o di una riduzione della fotosensibilità, come nel caso di pazienti con acromatopsia, albinismo o aniridia, attraverso quelle lenti che vengono definite cosmetiche (con e senza gradazione per la correzione dei vizi rifrattivi). In questo ultimo caso bisogna fare molta attenzione perché questi pazienti possono avere problematiche della cornea che determinano maggiori rischi annessi all’uso delle LAC. Queste hanno quindi anche un ruolo abilitativo in coloro che determinate funzioni devono acquisirle o ottimizzarle. Particolari applicazioni possono consentire di aumentare l’ingrandimento o l’espansione del campo visivo ma serve un periodo di adattamento e di training specialistico. Non esiste un’età nella quale non si possano indossare le LAC, ma nella gestione del bambino portatore di LAC è fondamentale il ruolo dei genitori, che devono essere istruiti e devono contribuire attivamente in tutte le fasi applicative.  Il medico oculista ed ortottista specializzati in questo settore, saprà indicare quali devono essere i vari materiali e geometri più idonei al caso e si adopererà affinché siano evitate conseguenze di errato utilizzo e “fitting” delle LAC. In questi pazienti è di fondamentale importanza la progettazione personalizzata della LAC, ed in particolare la valutazione della sua dinamica. Il medico discuterà insieme al paziente i vantaggi e gli svantaggi dell’uso di LAC.

Sul perché con le LAC si possa migliorare complessivamente la funzione visiva (che non è solo un problema di acuità, ovvero di decimi letti) si possono solo riportare delle ipotesi, ma ci sono pareri discordanti in merito. Alcuni studiosi hanno ipotizzato che esisterebbe una componente propriocettiva, e lo stesso peso e volume della LAC creerebbe un freno al movimento dei bulbi oculari riducendo le oscillazioni e rendendo in qualche modo il portatore capace di controllare volontariamente o involontariamente i propri occhi così da ridurre il nistagmo stesso.

Al di là delle ipotesi scientifiche, previa valutazione del medico oculistica che stabilisca l’idoneità all’uso, è comunque sempre consigliato effettuare delle prove applicative, non sempre risolutive in pochi incontri. Solo al termine delle stesse si potrà stabilire se esistono concreti vantaggi funzionali rispetto alle possibili complicanze derivanti dall’uso di una LAC.



Quali differenze esistono per chi è affetto da Nistagmo

tra l’utilizzo di lenti a contatto e di occhiali?


 Si pensi in primis alla differenza riguardante la diminuzione delle aberrazioni e delle distorsioni che

caratterizzano l’immagine percepita con l’uso delle LAC rispetto a quella derivante da una lente

montata sull’occhiale (considerando che le LAC si muovono insieme all’occhio mantenendo stabile

il centro ottico della correzione). Maggiore sarà la qualità dell’immagine messa a fuoco sulla retina

– e teoricamente le LAC presentano vantaggi ottico/fisici superiori rispetto alla lente sull’occhiale –


maggiore sarà la facilitazione per una foveazione prolungata, ovvero per un maggiore tempo in cui

l’immagine viene mantenute stabile sul centro della retina.

Una corretta e sicura applicazione delle LAC può consentire un campo visivo più ampio e

distorsioni luminose ridotte rispetto agli occhiali. Bisogna tener conto delle esigenze personali di

chi porterebbe le LAC insieme alle caratteristiche fisiche ed ambientali del potenziale utilizzatore.

Inoltre, è bene soprattutto valutare le caratteristiche del nistagmo e del vizio refrattivo da

correggere, delle posizioni di compenso della testa che le persone affetta da nistagmo utilizzano al

fine di favorire quelle zone di minore intensità delle scosse, chiamate zone privilegiate. Ad

esempio, un ottico esperto potrà valutare (anche confrontandosi con oculista e ortottista) la miglior

forma della montatura, della sua calzata ed anche della geometria in periferia delle lenti (limite che,

ad esempio, potrebbe essere superato con l’uso di una LAC.

D’altra parte, in alcuni studi clinici randomizzati (randomizzazione: assegnazione casuale di un

paziente ad uno dei trattamenti in studio) non si evidenziano differenze significative nel nistagmo

infantile tra chi indossa LAC morbide o LAC rigide gas permeabili in confronto a pazienti che

utilizzano gli occhiali. Addirittura, in alcuni casi l’acuità visiva da lontano e soprattutto ancora più

importante la capacità di lettura da vicino, possono essere peggiori nelle LAC rispetto agli occhiali.

Per effettuare un bilancio complessivo dei vantaggi funzionali derivanti dall’uso delle LAC rispetto

agli occhiali bisogna fare attenzione ad alcuni aspetti.

Ad esempio, la correzione con occhiali di errori refrattivi anisometropici (diversa gradazione tra i

due occhi) spesso determina una maggiore aniseiconia (diversa grandezza delle immagini

percepita tra i due occhi). Questo è un aspetto importante nei pazienti che possono avere una

visione binoculare, che deve essere valutato dall’ortottista.

Con errori refrattivi elevati o moderati, in presenza di astigmatismo, soprattutto nei casi di

componente torsionale del nistagmo (ovvero l’occhio ruota sul suo asse antero-posteriore), le

distorsioni periferiche delle lenti degli occhiali e i cambiamenti delle dimensioni delle immagini

possono creare problemi che potrebbero essere superati con un’individuazione personalizzata di

LAC. Ma sono sempre necessarie delle prove applicative per stabilire quale sia la scelta migliore.