Nistagmo: la prima visita Oculistica

Quando portare il bambino dall’oculista? Perché un oculista pediatrico? Come gestire l’approccio con la famiglia…

Quando portare il bambino dall’oculista?

Il primo incontro tra oculista e bambino affetto da Nistagmo avviene generalmente a seguito di una segnalazione da parte del pediatra (o di un genitore attento) che nota un “movimento ballerino” negli occhi del proprio bambino, o, quanto meno, una difficoltà a fissare lo sguardo.

Le oscillazioni involontarie responsabili del Nistagmo compaiono generalmente nei primi due-tre mesi di vita. Una visita oculistica è fondamentale e deve essere considerato senza alcun dubbio il primo approccio volto alla comprensione e gestione del problema.

Perché scegliere un oculista pediatrico? 

L’oculista pediatra ha sviluppato tecniche e strategie che gli consentono di approcciarsi in modo adeguato e con famigliarità con il bambino, fin dai primi mesi di vita. Ha maturato esperienza e capacità di relazionarsi non solo con il piccolo paziente, ma anche con i genitori che si rivolgono a uno specialista spesso con un comprensibile stato di ansia.

Seppure la visita oculistica sia generalmente poco invasiva, un bambino in età prescolare o scolare deve sempre essere adeguatamente preparato.

Il genitore ha un ruolo importante nel preparare il bambino prima della visita, ma sarà poi lo stesso oculista a rassicurarlo sulle modalità di esecuzione della stessa, sulla presenza e utilizzo di luci particolari, sull’uso di apparecchi e soprattutto spiegando loro cosa devono fare.

I neonati, invece, sono chiaramente più collaborativi; in questo caso devono essere rassicurati i genitori spiegando loro le modalità della visita.

La visita oculistica, associata a una valutazione ortottica, consente di comprendere le caratteristiche del Nistagmo, e spesso proprio in ambulatorio viene fatta la prima diagnosi.

Se necessario, l’oculista può prescrivere esami diagnostici di completamento, quali esami elettrofisiologici e nel caso lo ritenga utile richiederà anche l’esame neurologico.

Il collirio per dilatare le pupille

Le gocce per la dilatazione pupillare sono importanti per il completamento della visita e vengono applicate anche ai bambini molto piccoli, senza limiti di età.

Il loro effetto è transitorio e non disturbano il bambino in età preverbale, mentre nei bambini più grandi si può verificare una difficoltà alla lettura per un breve periodo di tempo.

Come gestire l’approccio con la famiglia

La comunicazione ai familiari è un momento delicato, non sempre facile, è importante che le spiegazioni siano chiare e non eccessive, bisogna rendersi disponibili alle domande immediate dei genitori e a quelle che verranno nei successivi controlli. Infatti, dopo la prima visita, è facile che ritornando a casa, nascano dubbi e ripensamenti.

Una buona comunicazione serve a mettere in evidenza non solo gli aspetti “negativi”, ma anche quelli “positivi “del Nistagmo, illustrando le possibilità terapeutiche e riabilitative che oggi sono a disposizione.

Un approccio positivo serve per costruire insieme un percorso utile, senza disperdersi in eccessivi allarmismi, che ridurrebbero solo il raggiungimento del miglior risultato possibile.

Lo specialista è in grado di rispondere in modo esauriente ma, dopo la prima comunicazione, sempre la più difficile, saranno i familiari ad aiutare il medico nel prendere conoscenza su variazioni ed evoluzione del Nistagmo. I genitori e il pediatra restano i migliori alleati dello specialista.