All’interno delle patologie visive, tra le quali il Nistagmo, la terapia neuropsicomotoria si pone nell’ottica di prevenire e promuovere lo sviluppo delle condotte esplorative del bambino, in relazione sia all’ambiente che al genitore.

Si avvale di una particolare strutturazione del setting riabilitativo che è percettivamente adattato alle funzioni visive del bambino, in modo tale da essere una base motivazionale per il suo apprendimento. 

Il Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva (TNPEE) lavora parallelamente su due ambiti. 

Si  pone come fattore protettivo della relazione tra il genitore e il bambino, media la loro relazione, fornendo occasioni di dialogo tonico, ma anche aiutando e guidando il genitore nella conoscenza e nell’interpretazione di alcuni comportamenti del bambino. 

Inoltre, il terapista lavora sul setting riabilitativo in cui gioca il bambino, affiancando il genitore anche nella strutturazione degli ambienti casalinghi in modo tale che questi siano percettivamente modificati per aiutare il bambino e incentivarlo nell’esplorazione dell’ambiente domestico. Guida il genitore nella costruzione, nell’acquisto e nell’utilizzo di alcuni giochi da fare con il bambino in modo da garantire stimolazioni continue e motivanti. 

Il terapista svolge anche un’attività di potenziamento del residuo visivo del bambino all’interno del proprio setting riabilitativo attraverso giochi che stimolano la fissazione, l’inseguimento, l’accomodazione e altre funzioni visive nel rispetto del ritmo sonno-veglia. 

Il TPEE, nella sua visione globale dello sviluppo, si pone anche come facilitatore e mediatore dello sviluppo delle competenze grosso-motorie del bambino, della sperimentazione e del consolidamento di alcune posture, della prevenzione di quelle anomale, e della resa funzionale di quelle caratteristiche (quale ad esempio la posizione anomala del capo). Inoltre, aiuta il bambino a sperimentarsi nelle coordinazioni cinetiche e complesse che gli permettono di conoscere l’ambiente circostante, ma anche di sperimentare un senso del sé competente, quindi di essere autonomo e di essere contento di essere autonomo. 

Spesso i bambini con patologie visive potrebbero risultare poco motivati all’esplorazione dall’ambiente, dal momento che lo vedono come qualcosa di molto confuso con pochi punti di riferimento. Il TNPEE si pone in ottica preventiva rispetto a questa chiusura relazionale ed esplorativa del bambino, fornendo sia attività motivanti, sia posture facilitanti insieme all’utilizzo di facilitatori che possano sostenere il bambino nell’esplorazione dell’ambiente. Promuove nel bambino un atteggiamento curioso ed attivo rispetto all’ambiente circostante in modo tale da avere un’ottima inferenza ed esplorazioni tattili, spaziali e corporee, che rappresenta la base fondamentale per uno sviluppo dell’apprendimento futuro.

Il TNPEE si pone inoltre come promotore dell’abilità di coordinazione occhio-mano e di motricità fine, fin dalla primissima infanzia. Sostiene le condotte di avvicinamento, afferramento e rilascio dell’oggetto, permette al bambino una conoscenza plurisensoriale degli oggetti proposti in modo tale che questi possa esplorare e giocare anche la scoperta di nuovi sensi in una sorta di de-sensibilizzazione tattile.  Questo inoltre può portare alla scoperta del nucleo funzionale dell’oggetto e successivamente creare un’immagine mentale dell’oggetto stesso. Potenzia le abilità imitative e le abilità spaziali, che risultano poi fondamentali per gli apprendimenti successivi. 

Tutto ciò utilizzando il gioco, che rappresenta per noi uno dei modi privilegiati per esplorare il mondo, e per il bambino il modo preferenziale per apprendere e sviluppare nuove abilità sociali e cognitive.